Non v’è cosa tanto comune fra noi quanto il cavalier servente. Questi è un cavaliere scelto da una dama per servirla, accompagnarla in carrozza, al passeggio, al teatro, alla conversazione, al ballo; trattenerla, divertirla, disannoiarla. Egli è un servitor libero distinto dal mercenario, divenuto quasi di necessità, perché le leggi del mondo galante obbligano una giovine dama ad aver sempre dei simili servitori ai suoi ordini.
Questa è almeno l’idea che noi ci siam fatta da lungo tempo della condizione del cavalier servente. Le nazioni vicine che ne hanno seguitato l’esempio, ne vantano una consimile. E’ dunque stabilito che un cavalier servente è una specie di ornamento di cui assolutamente una dama non potrebbe far senza. Ve ne sono però alcune che ne hanno due, tre, cinque ec. Penetrano essi nell’interno più segreto dell’appartamento senza farsi prima annunziare, ed essendo parecchi, una dama di spirito dà a ciascuno di essi la loro ora di servizio. Non v’è cosa tanto bizzarra quanto il vedere due di questi servitori senza livrea, di cui l’uno entra nel momento che l’altro esce, salutarsi sì freddamente come non si fossero conosciuti giammai.
Al presente il cavalier servente è giunto al più alto grado di perfezione e di civiltà. La moda cominciò dalle dame della più alta sfera e qualità, ma a poco a poco venne adottata anche da quelle di un secondo ordine: solo alcune donne del popolo vivono ancora secondo i loro vecchi costumi.
E’ da notasi che un cavalier servente addetto al servizio di una donna pazza, capricciosa e stravagante, come ve ne sono tante, deve mettere in pratica una pazienza più facile ad ammirarsi che ad imitarsi.
OCCHIATA SOPRA I CAVALIERI SERVENTI ( parte 1), tratto da 'La donna galante ed erudita. Giornale dedicato al bel sesso'. periodico fondato nel 1786 a Venezia da Gioseffa Cornoldi Caminer.