Thursday, February 19, 2009

I CAVALIERI SERVENTI (2)

L’uso di questa servitù è una legge non scritta, ma di tacita convenzione corroborata dal tempo, garantita dalla moda, e che non ammette alcuna interpretazione. Se accade talvolta, ciò ch’è però molto raro, che qualche giovine sposo pretenda di esentare la sua moglie da tal costume, diviene ben presto la favola della città; talchè poi meglio illuminato lasciata in libertà la sua moglie si pone al servizio egli pure di un’altra dama.
Anche le donne che hanno lasciato il mondo, perché il mondo ha voluto lasciarle, prendono tutte l’aria di devote, ed hanno pure i servitori privilegiati, e senza livrea, ma di questi ci risparmieremo di parlare.
Sembra senza dubbio cosa meravigliosa il vedere molti di questi impegni galanti sostenersi un gran numero di anni. Ve ne sono alcuni che ne vantano dieci, venti, e fino a quarant’anni. Bisogna dunque supporre che siano essi fondati sopra una reciproca stima, sopra le virtù, ed il merito, senza di che languisce, e si rompe infallibilmente il nodo più intimo.
Nelle conversazioni numerose e brillanti tutti componenti sono disposti a coppia a coppia: ciascun cavaliere parla sempre all’orecchio della sua bella, affettando parlare di cose misteriose ed importanti. Disgraziato colui che si trova senz’avere anch’egli un impegno galante. Sarà obbligato di prendere il partito di noioso spettatore, o di partire di là senza disturbare la compagnia bene occupata con un simile congedo.


OCCHIATA SOPRA I CAVALIERI SERVENTI (parte 2), tratto da 'La donna galante ed erudita. Giornale dedicato al bel sesso'. periodico fondato nel 1786 a Venezia da Gioseffa Cornoldi Caminer.